Itinerario di un giorno a Lecce

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Tra chiese, abbazie, anfiteatro, piazze e musei… è possibile seguire un itinerario di un giorno a Lecce che vi farà vivere un’esperienza a 360 gradi di questa meravigliosa città pugliese. “La Signora del Barocco”. Così è stata definita Lecce. Una città in cui si incontrano l’epoca romana, medievale e rinascimentale con un periodo di dominazione spagnola che ha sostituito il mondo classico. A Lecce si incontrano stili differenti che raccontano anni di storia tutti da scoprire.

Anfiteatro Romano di Lecce
Anfiteatro Romano di Lecce ©Planetix via Canva

Itinerario di un giorno a Lecce: le tappe

  • Per visitare Lecce in un giorno è sicuramente fondamentale iniziare dall’Obelisco e da Porta Napoli, una delle tre porte che si trovavo nel centro storico. Attraversata Porta Napoli entrerete in una zona chiusa al traffico: la vera città vecchia. Potrete godervi il centro storico di Lecce passeggiando fra botteghe artigianali, vie caratteristiche della città e visitare la Chiesa di Santa Maria della Provvidenza e quella di Santa Maria di Costantinopoli.
  • Un’altra piazza da ammirare è Piazza Sant’Oronzo, conosciuta un tempo come “piazza dei mercanti”. Dal 1656 è stata intitolata al Santo patrono di Lecce come ringraziamento dal momento che si racconta che la città sia stata risparmiata, durante l’epidemia di peste che si abbatté sul Regno di Napoli, proprio grazie alla mediazione di Oronzo. Fu inoltre eretta una colonna votiva alta 29 metri.
  • Nei pressi di Piazza Sant’Oronzo si trova la Villa Comunale, caratterizzata da splendidi giardini tutti da scoprire. Il giardino è arricchito da numerosi elementi architettonici e decorativi come una fontana a vasca circolare monolitica, che negli anni ’60 ospitava alcuni cigni.
  • Il passaggio dell’epoca romana è testimoniato dall’Anfiteatro che risale al II secolo d.C. e le cui opere scultoree, emerse alla luce, sono oggi custodite nel Museo Castromediano, il più antico museo della Puglia fondato da Sigismondo Castromediano, patriota, archeologo e letterato leccese vissuto nel XIX secolo. Di fronte all’Anfiteatro romano, nella centrale piazza di Sant’Oronzo, sorge la Chiesa di Santa Maria della Grazia. L’aspetto affascinante di questa chiesa sta nel fatto che fu costruita in seguito al ritrovamento di un affresco della Madonna, databile al XIV secolo.
Castello Carlo V, Lecce
Castello Carlo V, Lecce ©www.masserialuciagiovanni.it
  • Un’altra meraviglia che non si può evitare di visitare nella vostra visita di un giorno a Lecce, è il Castello di Carlo V, una fortezza progettata da Gian Giacomo dell’Acaya e costruita all’avanguardia con le tecniche di architettura militare. All’interno del Castello è possibile visitare il Museo della Cartapesta, un’arte che determina una caratteristica tipica del territorio salentino.
  • Un’opera architettonica, fulcro della vita religiosa dei leccesi, è il Duomo che si trova nell’omonima piazza. Si tratta di una chiesa in stile barocco che all’interno ospita tele realizzate da Giuseppe da Brindisi, raffiguranti la Predicazione di Sant’Oronzo, la Protezione dalla peste, il Martirio di Sant’Oronzo e l’Ultima Cena. Il Duomo ospita, inoltre, dodici altari dedicati a San Giovanni Battista, alla Natività con presepe cinquecentesco, al Martirio di San Giusto, a Sant’Antonio da Padova, alla Vergine Immacolata, a San Filippo Neri, al Crocifisso e al Sacramento, a Sant’Oronzo, all’Addolorata, a San Giusto, a San Carlo Borromeo e a Sant’Andrea Apostolo.
Barocco leccese
Barocco leccese ©ilbusca via Canva
  • Da vedere a Lecce nella vostra visita di un giorno c’è anche la Basilica di Santa Croce, altro esempio di barocco leccese, insieme all’attiguo ex convento dei Celestini. La facciata della Basilica, con il suo rosone di ispirazione romanica evidenziato da colonne corinzie, trasmette tutta la sua imponenza. L’interno della Basilica, con la tipica struttura della croce latina, ospita numerosi dipinti, affreschi e altari.
  • Lecce è ricca di bellezze e soprattutto di chiese. Nella vostra passeggiata alla scoperta della città, potrete fermarvi ad ammirare numerose chiese disseminate per le vie. Una delle più antiche è la Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, fondata nel 1180 dal conte Tancredi d’Altavilla, di stirpe normanna, che divenne re di Sicilia.
  • Annesso alla chiesa si trova un convento che si sviluppa intorno a due chiostri, nel più antico dei quali è possibile ammirare una magnifica edicola su colonne a spirale riccamente scolpite, posta come copertura del pozzo rinascimentale. Tra le più originali chiese di Lecce, non si può non menzionare la Chiesa di San Matteo con la sua singolare facciata curvilinea che ricorda la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane situata a Roma.

Piatti tipici a Lecce

pasticciotto leccese
pasticciotto leccese ©sabinoparente via Canva

Durante il vostro itinerario nella vostra visita a Lecce, non potete evitare di assaggiare il rustico leccese, una tradizione gastronomica “da passeggio” e il pasticciotto, un tipico dolce di pasta frolla farcito con crema pasticcera. La frisa, invece, è una bontà pugliese semplice e fresca, perfetta per la stagione estiva.

Molti dei migliori locali, bar e pasticcerie della città si concentrano nel centro storico dove, tra l’altro, si trova la famosa via dello shopping: via Trinchese.

Insomma, se avete a disposizione poco tempo, ti consigliamo di seguire questo itinerario di un giorno a Lecce per non perderti tutte le meraviglie della città. Un’esperienza indimenticabile tra arte e storia che vi stupirà.

Ecco un itinerario di un giorno che dalla Valle d’Itria vi condurrà a Matera: un solo giorno per percorrere chilometri di meraviglie che vi lasceranno senza parole!

Nel caso in cui desideriate visitare Matera, una città fortemente consigliata, per la bellezza del posto e per la sua posizione, è la caratteristica Alberobello. Una buona idea sarebbe quella di soggiornare in un trullo, ovvero una costruzione conica in pietra tradizionale della Puglia.

Se siete un gruppo numeroso, è consigliato prenotare un tour guidato con l’autista in modo da godervi i paesaggi e le bellezze di questa regione, accompagnati dalle spiegazioni di una guida. Fra le città della Valle d’Itria, oltre Alberobello, vi sono Locorotondo, Cisternino, Martina Franca e tante altre, mentre la città per eccellenza della Basilicata è Matera, famosa per i suoi sassi e riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità dal 1993.

Cosa vedere a Matera

Matera
Matera ©blueajayphoto via Canva

Visitare Matera passeggiando per i suoi vicoli e le sue strette stradine, è come fare un tuffo nel passato. È una delle città più antiche al mondo, conosciuta anche come “Città dei Sassi” o “Città Sotterranea”.

Sasso Caveoso e Sasso Barisano sono due quartieri che, insieme al rione Civita, costituiscono il centro storico di Matera. Il primo ricorda la forma della cavea di un teatro, mentre il secondo contiene portali scolpiti e fregi.

Passeggiando fra i Sassi di Matera, vi imbatterete in quelli che sono considerati simboli della città, come Casa Grotta di Vico Solitario. Si tratta di una antica abitazione costituita da un unico ambiente in parte scolpito e in parte costruito. All’interno, immobile come un’istantanea che si protrae nel tempo, vi è un focolare con la cucina, un tavolo al centro con un unico piatto, un letto composto da due cavalletti in ferro, il giaciglio costituito da un materasso ripieno di foglie di granoturco ed una stalla con una mangiatoia che era destinata al mulo della famiglia.

Altra meta consigliata nella città dei Sassi è Palombaro Lungo, una cisterna idrica ipogea che nasce dal collegamento di più grotte preesistenti nella zona e situata sotto la pavimentazione di Piazza Vittorio Veneto.  

In Piazzetta Pascoli troverete Palazzo Lanfranchi, un’opera architettonica che fu realizzata tra il 1668 e il 1672 da frate Francesco da Copertino su richiesta dell’arcivescovo Vincenzo Lanfranchi. Oggi è sede del museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata, suddiviso in quattro sezioni: Arte Sacra, Collezionismo con una galleria di dipinti, Arte contemporanea e Sezione Demoetnoantropologica.

Tra le chiese della città da visitare vi sono la Chiesa del Purgatorio e la Chiesa San Francesco d’Assisi, la prima è un’opera realizzata in stile barocco costruita fra il 1725 e il 1747 mentre la seconda, sempre progettata in stile barocco, è caratterizzata da una navata con al fondo un’abside quadrangolare, introdotta da un arco a sesto acuto e coperta con una volta a crociera.

Altro simbolo della città è il Castello Tramontano, il quale domina sul centro storico di Matera ed è situato sulla collina di Lapillo. L’imponente edificio nasce come residenza normanna situata alla periferia della Civita e inizialmente era costituito da otto torri quadrate con scopo difensivo e successivamente rimpiazzate da strutture più adeguate ai tempi e volute da Giovanni Antonio Ursino, padrone del Principato di Taranto.

Un’attrazione che non bisogna tralasciare è il Parco della Murgia Materana, conosciuto anche come parco archeologico storico-naturale delle Chiese Rupestri del Materano. È un’area naturale protetta che ha lo scopo di salvaguardare e valorizzare l’habitat rupestre e il patrimonio delle chiese rupestri ricadenti che si trovano nel territorio di Matera.

Un’altra area protetta è la Riserva regionale San Giuliano, caratterizzata da una ricca flora e fauna che comprende anche tratti fluviali e zone lacustri.

Cosa vedere nei dintorni di Matera

Gravina in Puglia
Gravina in Puglia ©stevanZZ via Canva

Insomma, la zona di Matera è tutta da scoprire in ogni suo vicolo e in ogni paesaggio che offre ai suoi abitanti e ai turisti.

Meta opzionale del vostro itinerario è Gravina in Puglia, città metropolitana di Bari, conosciuta per il parco nazionale dell’Alta Murgia. In questa città troverete numerosissime chiese tra cui la Basilica Cattedrale di S. Maria Assunta che è il duomo e la chiesa principale della città e palazzi come Palazzo Ducale degli Orsini e Palazzo de Gemmis-Pellicciari.

Tra le architetture civili, vi è anche il Castello svevo voluto da Federico II e costruito sulla sommità di una collina a nord della cittadella.

Inoltre, Gravina in Puglia ha fatto da sfondo a numerosi film e serie televisive importanti per il cinema italiano.

Questi sono i nostri consigli per un itinerario che a partire dalla Valle d’Itria vi condurranno nella bellissima città di Matera, un tour tra storia, arte e, volendo, tradizione culinaria che vi faranno vivere a pieno i sapori e le meraviglie di questi territori.

Ecco un itinerario di tre giorni perfetto per visitare la meravigliosa Valle d’Itria con i suoi paesaggi. Per i gruppi numerosi è una buona idea prenotare un tour guidato con autista.

Per una vacanza in Valle d’Itria è fortemente consigliato il soggiorno nella città di Locorotondo per la sua posizione centrale che vi permetterà di raggiungere senza problemi le altre mete suggerite.

Primo giorno: Ostuni e Cisternino

Cisternino
Cisternino ©planetix via Canva

Per il primo giorno della vostra vacanza, le città consigliate da visitare sono Ostuni e Cisternino.

  • Ostuni, in provincia di Brindisi, è anche conosciuta come Città Bianca per via del suo centro storico caratteristico, che in tempi passati era completamente dipinto con calce bianca. Oggi questa città è un rinomato centro turistico. La vostra visita a Ostuni non può non comprendere le Mura Aragonesi, che sono state edificate nel Basso Medioevo dagli Angioini per respingere l’attacco dei Saraceni e in un secondo momento amplificate per contrastare l’invasione turca. Altra tappa consigliata nella città è la Cattedrale che si trova nella parte più alta di Ostuni. Si tratta di un’opera architettonica in stile gotico realizzata nella seconda metà del 1400 per volere di Ferdinando d’Aragona e Alfonso II, sovrani del Regno di Napoli. A Ostuni è possibile anche visitare il Museo di civiltà preclassiche della Murgia meridionale che ospita reperti risalenti al periodo preistorico e messapico come ceramiche, oggetti di ornamento e utensili di pietra. Piazza della Libertà è la principale piazza di Ostuni, circondata dalla Chiesa di San Francesco, sede del Municipio, dal Palazzo San Francesco e dalla Chiesa Dello Spirito Santo. Oggetto di ammirazione da parte dei turisti è sicuramente l’Obelisco di Sant’Oronzo, chiamato anche La Guglia, caratterizzato dal fatto di essere stato scolpito in pietra locale con stile barocco. Ma Ostuni è anche una città balneare ed offre numerose spiagge da cui ammirare paesaggi indimenticabili.
  • Seconda città consigliata per la prima giornata è Cisternino, uno dei borghi più belli d’Italia il cui centro storico merita sicuramente una visita. Tra le opere architettoniche del borgo, si annoverano la Chiesa Madre di San Nicola, il Santuario della Madonna d’Ibernia e la Chiesa Santa Maria di Costantinopoli che si trova poco fuori città.

Infine, non bisogna dimenticare le caratteristiche masserie, antiche abitazioni rurali che rappresentano la tipica “masseria pugliese da campo”.

Secondo giorno: Alberobello e Grotte di Castellana

Trulli di Alberobello
Trulli di Alberobello ©nicholasmoulds via Canva

Le mete suggerite per la seconda giornata sono Alberobello e le Grotte di Castellana e se volete visitare un’altra città caratteristica della Valle d’Itria, il consiglio è Martina Franca.

  • Alberobello è famosissima per i trulli. Nei quartieri principali Aja Piccola e Monti potrete ammirare i Trulli Siamesi e il Trullo Sovrano, caratteristici in quanto i primi sono due trulli attaccati mentre il secondo è costruito su due piani. Nella vostra visita potrete anche apprezzare la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, particolare per la sua forma a trullo. Nella centrale piazza Curri potrete visitare la Basilica Santuario dei Santi Cosma e Damiano. Altra attrazione di Alberobello è la Casa dell’Amore, costruita subito dopo l’emissione del Decreto della liberazione nel 1797.
  • La seconda meta della giornata, le Grotte di Castellana, vi offrirà un’esperienza unica nel complesso di cavità sotterranee di origine carsica. Annesso alle grotte, vi è anche un museo speleologico che potrete visitare accompagnati da una guida.
  • Nel caso in cui decidiate di prolungare la vostra visita fino alla città di Martina Franca, potrete passeggiare fra numerosi palazzi signorili e chiese, come la Basilica di San Martino in piazza Plebiscito.

Terzo giorno: Polignano a Mare e Monopoli

Polignano a Mare
Polignano a Mare ©emicristea via Canva

Per l’ultimo giorno del vostro soggiorno in Valle d’Itria, vi consigliamo tre città che si affacciano sulla costa e che offrono un bellissimo panorama sul mare. Esse sono Polignano a Mare, Monopoli, Savelletri e Torre Canne come quarta meta opzionale. Anche per questa giornata, il nostro consiglio per i gruppi numerosi è quello di prenotare un tour guidato con l’autista.

  • Una delle maggiori attrazioni di Polignano a Mare è Lama Monachile, una costruzione romana a campata unica che risale al II secolo d.C., realizzata sulla via Traiana che collegava Brindisi a Benevento. La spiaggia di Cala Paura è un piccolo angolo di paradiso composto da due insenature e un piccolo molo di attracco per imbarcazioni tradizionali. La costa di Polignano a Mare, inoltre, offre un numero elevato di grotte marine che si possono visitare prenotando un tour in barca.
  • La seconda meta della giornata, Monopoli, rappresenta uno dei porti più attivi e popolosi della Puglia. Il suo centro storico è un tripudio di palazzi signorili e chiese come la Cattedrale Maria Santissima della Madia, con la facciata e il campanile in stile barocco, le chiese di San Domenico e San Francesco e la Chiesa di Santa Maria Amalfitana, in stile romanico. Da non perdere a Monopoli è il Castello di Carlo V e il Castello di Santo Stefano. Ma Monopoli è famosa soprattutto per le spiagge e le calette dalle acque limpide. Tra le baie più conosciute e visitate vi sono Cala Porta Vecchia, Porto Nero, Porto Verde e Copacabana.
  • Le meraviglie costiere di questa zona rappresentano un filo conduttore tra Polignano a Mare, Monopoli e la vicina Savelletri, una frazione del comune di Fasano. Savelletri è una località marina dove potrete godervi dei paesaggi incantevoli sul porto e sul mare.
  • Il mare fa da sfondo anche alla quarta meta opzionale della giornata, ovvero Torre Canne, una località balneare decorata da spiagge di sabbia bianca finissima.

Ecco, quindi, le nostre proposte per un itinerario di tre giorni nella bellissima Valle d’Itria. Tre giorni che vi faranno immergere nelle meraviglie, nella storia, nell’arte e nella cultura di questo angolo della Puglia.

Se è noto che la Puglia sia una delle regioni d’Italia più frequentate dai turisti durante l’estate per via delle sue spiagge che si estendono dal Gargano fino al Salento, è anche vero che i paesi, i borghi e le città pugliesi ben si prestano anche alle visite in bassa stagione per una serie di motivi. In questo articolo scoprirai cosa visitare in Puglia in bassa stagione. Non ve ne pentirete!

I vantaggi di visitare la Puglia in bassa stagione

Il primo fra tutti i vantaggi del visitare la Puglia in bassa stagione è che, mentre in alta stagione è più difficile trovare disponibili certi resort, masserie o bed & breakfast (a meno che non si prenotino con largo anticipo), in bassa stagione si potrà godere di prezzi più bassi e di disponibilità più alta.

Anche nei ristoranti, presso i musei o i punti di attrazione delle diverse città, sarà molto più facile godere di quell’atmosfera di intimità e serenità che invece non contraddistingue la stagione estiva in cui l’afflusso di gente nei locali, nei negozi, per le strade è continuo con la possibilità di dover sostenere lunghe file per accedere ad un determinato posto, perdendo così molto tempo invece che godersi la vacanza.

A questa confusione, in estate si aggiunge il fattore clima, il grande caldo che spesso “costringe” a rimanere in spiaggia e a preferire il rinfrescarsi al mare piuttosto che godersi le bellezze di cui le città sono ricche. Alla fine dei conti in Puglia non c’è solo il mare ma spesso in estate si finisce per non rendersi conto fino in fondo di quanto molto altro questa regione possa offrire.

Invece, in bassa stagione, autunno, inverno o primavera che sia, diventa più piacevole passeggiare, esplorare e visitare proprio perché il clima è più favorevole. In inverno, l’atmosfera natalizia rende tutte le città più belle e suggestive, adornate a festa con luci, alberi di Natale e spesso sottofondi musicali che si diffondono mentre si passeggia fra le strade delle città.

Dove andare in bassa stagione

Matera
Matera ©rudybalasko via Canva
  • Lecce è una bellissima città d’arte, testimonianza soprattutto del Barocco che si è diffuso durante la dominazione spagnola di cui ne sono testimonianza diverse chiese, monumenti ma anche balconi o terrazze di abitazioni del centro storico.
  • La Valle d’Itria è un’altra terra meravigliosa da visitare in bassa stagione perché sono tante le città e i paesi che la compongono. Fra questi c’è Alberobello, caratterizzato dalle tipiche costruzioni di colore bianco e di forma conica fra cui passeggiare.
  • Locorotondo, a non molta distanza, prende il nome dalla sua pianta a forma rotonda ed è anche questa caratterizzata dalle tipiche abitazioni di colore bianco, adornate di bellissimi fiori in primavera e di luci e addobbi natalizi nel periodo di Natale.
  • Il bianco domina anche la bella Cisternino, un borgo in cui passeggiare e assaggiare dell’ottima carne (fra cui le bombette) presso le tipiche macellerie del centro storico, denominate “fornelli”.
  • Imperdibile è anche la città di Castellana Grotte con le suggestive grotte aperte tutto l’anno: sono una delle rappresentazioni maggiori del fenomeno del carsismo in Puglia e si estendono per circa tre chilometri con un’alternarsi di caverne, canyon, stalattiti e stalagmiti.
  • Ancora, Ostuni, in provincia di Brindisi, la cosiddetta “città bianca” dalle tante bellezze storiche e del passato (la Cattedrale, Palazzo Vescovile, Palazzo del Seminario, la Colonna di Piazza Sant’Oronzo) ma anche dai tanti locali in cui fermarsi per una piacevole sosta.
  • Matera è la scelta perfetta sia per una visita di qualche ora sia per una vacanza di più giorni: lascerà ammaliati il bellissimo paesaggio che si erge dalla balconata nei pressi della Chiesa di San Domenico, è quella dei famosi “sassi di Matera”.

Masserie con SPA

Masserie in Salento
Masserie in Salento ©www.thelostavocado

Quando ci si reca in una di queste destinazioni, ci si può concedere un momento di relax in una delle spa delle masserie di lusso che abbondano nel territorio. Queste strutture sono un perfetto mix fra passato e futuro dove la tradizione della campagna pugliese si sposa con il lusso e la modernità spesso conferiti dagli arredamenti, dai servizi offerti ai clienti e dalle spa e i centri benessere. Così, sarà veramente suggestivo respirare l’aria bucolica data dagli ulivi secolari e dal paesaggio campestre e rilassarsi fra terme, aromaterapia, massaggi e trattamenti all’avanguardia per il proprio benessere psicofisico.

Eventi imperdibili in bassa stagione

Carnevale di Putignano
Carnevale di Putignano ©www.centrostoricoputignano.it
  • La Puglia regala tantissimi eventi ed esperienze da vivere in bassa stagione: in autunno in Valle d’Itria e precisamente a Noci in provincia di Bari, si tiene la festa d’autunno definita “Bacco nelle gnostre” con degustazioni di vini mangiando castagne arrostite. Un altro evento dedicato al vino si tiene ad Alberobello a novembre, il “Puglia Wine Festival” in cui, ad un calice di vino, si accompagnano castagne, musica e tradizioni folkloristiche pugliesi.
  • A dicembre sono tantissimi i paesini della Puglia che si illuminano di luci e in cui vengono allestiti presepi viventi mentre a gennaio, a Castellana Grotte in Valle d’Itria, un grande falò ricorda la fine della peste durante la cosiddetta Festa delle Fanove. Un evento imperdibile sempre in Valle d’Itria è il Carnevale di Putignano, famoso in tutto il mondo per le sue maschere e i carri allegorici che rendono l’atmosfera colorata e divertente per diversi giorni, dal 26 dicembre fino al martedì grasso.
  • Subito dopo, il periodo di Pasqua è caratterizzato da una serie di manifestazioni come quella del Venerdì Santo ad Alberobello oppure in città della provincia di Taranto in cui non mancano rievocazioni storiche o processioni suggestive e caratteristiche. Infine, in primavera a Lecce e nel Salento, sono tante le mostre, le sagre o le feste patronali come quella di Sant’Irene che cade il 5 maggio quando per la festività vengono organizzati spettacoli pirotecnici e luminarie, bancarelle e concerti animano le piazze.

Il modo migliore per conoscere le tradizioni e la cultura di un posto è attraverso le sagre: in Puglia queste si svolgono tutto l’anno, permettendo sia alla gente del posto di riscoprire le proprie radici sia ai turisti di gustare prodotti tipici e piatti della tradizione locale in un contesto allegro e spensierato, adatto per fare amicizia e trascorrere una serata piacevole allietata da musica e folklore. Partecipare è semplice perché questi eventi sono pubblicizzati spesso tramite manifesti e locandine affisse in giro per le cittadine così che ognuno possa venirne a conoscenza.

Festa di Santa Cristina, Gallipoli
Festa di Santa Cristina, Gallipoli ©www.lecceprima.it

Le sagre del Salento

In primavera ci sono:

  • A Novoli la Puccia dell’Ampa, un evento dedicato al tipico panino condito con sottaceti o ricotta forte e cotto al forno a legno.
  • Il 19 marzo a Cutrofiano in occasione della Festa di San Giuseppe si tiene la Sagra della Zeppola, il tipico dolce della festa del papà.
  • Il 6 aprile a Santa Cesarea Terme la Sagra della cuddura, il dolce della tradizione pasquale ovvero pane dolce con le uova.
  • A Castro il 24 aprile, in onore della Festa Patronale di Maria Ss Annunziata, c’è la Sagra del pesce “a sarsa”, cioè pesce appena pescato, fritto in olio d’oliva e servito condito con aglio e menta.
  • La Sagra delle Ciliegie a Leverano il 24 maggio è una vera e propria manifestazione che celebra questo frutto.

In estate ci sono:

  • la Sagra della Sceblasti a Zollino per assaggiare  questo pane tipico condito con zucca, olive, peperoncino, capperi e altro ancora, da gustare nelle vie di questo piccolo paesino.
  • La Sagra della Piscialetta il 3 luglio a Surbo è un’altra occasione per provare un altro tipo di pane salentino impastato con pomodori e olive ma anche con altre verdure di stagione.
  • Il 10 luglio a Lizzanello si tiene la Sagra te lu Ranu ovvero la Sagra del Grano, per gustare gli ottimi piatti della tradizione salentina realizzati con pasta fatta in casa come le orecchiette al sugo o alle cime di rapa.
  • La Sagra della Bruschetta il 19 luglio e la Sagra della Peperonata il 21 luglio a Santa Cesarea Terme.
  • La Sagra della Puccia ad Ugento per celebrare il tipico pane salentino.
  • La Sagra del Pesce Spada a Gallipoli.
  • Ancora, a Surano, il 28 luglio, la Festa del Pasticciotto, il tradizionale dolce di crema pasticciera.
  • La Sagra te la Uliata a Caprarica di Lecce, per gustare un altro tipo di Puccia con olive nere.
  • A Leverano, fine luglio ed inizio agosto sono caratterizzati da Birra&Sound, un evento con protagonista la birra e prodotti gastronomici locali ma anche specialità bavaresi per accompagnare questa bibita amatissima.
  • La Sagra della Polpetta ad agosto a Felline è l’occasione perfetta per gustare polpette di carne di maiale o di cavallo ma anche di melanzane, arricchite con pecorino.
  • Ancora ad agosto a Vitagliano, vicino Santa Cesarea Terme, la Sagra della Cucuzzata, una sorta di focaccia fatta con zucchine, olive nere, peperoncino e olio d’oliva.
  • Dal 10 al 13 agosto a Cannole c’è la Festa della Municeddha cioè la lumaca che può essere gustata, al ritmo di canti e pizzica, al sugo, arrostita e soffritta.

Infine, nel periodo natalizio, tante sono le sagre dedicate alla Pittula, le frittelle di pasta lievitata a base di farina, acqua e lievito che possono essere bianche oppure condite con olive, patate e tanto altro, che si possono gustare sia a Tiggiano che a Surano.

Le sagre della Valle d’Itria

L’estate della Valle d’Itria è caratterizzata da diverse sagre popolari come ad esempio a Cisternino quando, ad agosto, si tengono la sagra della Bombetta e della Bruschetta al Tartufo, la Sagra dell’Olio e del Vino, la Sagra delle orecchiette e la Sagra della trippa e Festival dei Sapori, delle occasioni per scoprire i prodotti locali, le pietanze tradizionali, gustando vino e ascoltando musica popolare.

Sempre ad agosto, a Ceglie Messapica si tiene Ceglie Food Festival, evento in cui si contrappongono i mondi di cucina stellata e street food con degustazioni di prodotti tipici e birre artigianali mentre a Locorotondo la Sagra pirotecnica della Valle d’Itria che, come suggerisce il nome, è un evento imperdibile per tutti gli amanti del buon cibo e dei fuochi d’artificio. Sempre nel piccolo paesino si tiene la Sagra delle gnumeredde suffuchete per assaporare i tipici involtini di interiora avvolti nelle budelle di agnello e la Sagra della cialled, tradizionale piatto della cultura contadina realizzato con pane raffermo bagnato con acqua e condito con pomodoro, olio, origano e cipolle di Tropea.

Settembre è accompagnato dalla Sagra dell’uva e Festival dei Sapori a Cisternino mentre a novembre a Locorotondo c’è la Sagra del vino novello, alla scoperta delle produzioni enologiche della Valle d’Itria.

Le sagre a Bari e provincia

A Polignano a Mare agli inizi di gennaio si tiene Pettole e Frittelle in Sagra, un evento in cui, oltre a poter degustare tipici fritti del posto, si potrà trascorrere piacevoli ore nel centro storico allestito con mercatini di Natale e spettacoli di giullari e giocolieri.

Durante il periodo estivo nel territorio barese si tengono diverse sagre: a inizi giugno a Turi si svolge la Sagra della Ciliegia per celebrare la ciliegia Ferrovia nominata più volte la più buona di Italia. Un altro frutto, questa volta celebrato a Corato,è il fiorone con la Sagra del Fiorone che si svolge nei primi giorni di luglio. Ad Acquaviva delle Fonti il 19 e il 20 luglio si tiene la Festa della Cipolla Rossa tipica del posto. Durante la manifestazione vengono preparati molti piatti tipici a base di questo ortaggio che possono essere degustati accompagnati da un calice di vino e spettacoli.

Gli amanti del pesce verranno soddisfatti nel partecipare alla Sagra del Polpo che si svolge a fine luglio presso il porto di Mola di Bari, una tradizione lunga ormai cinquant’anni per scoprire i sapori della tradizione e, ancora, sul lungomare di Santo Spirito a Bari, ad agosto, si tiene la Sagra del Pesce Fritto. Sempre ad agosto un altro avvenimento imperdibile è la Sagra del Panino della Nonna a Giovinazzo, in cui i protagonisti sono proprio i panini imbottiti con pomodori, peperoni, carciofi e melanzane sott’olio, arricchiti con mortadella, provolone e tanto altro, da degustare fra esibizioni di danza ed esposizioni di antiquariato. Chiude il mese di agosto, la  Sagra dei Sapori a Bitritto, evento in cui gastronomia e musica si incontrano in Piazza La Pira.

Nel periodo autunnale e invernale sono tante le sagre a cui poter partecipare: a Putignano a metà settembre si tiene la Sagra delle Farinelle, un tipico sfarinato di ceci e orzo tostati consumato in passato dai contadini. Sammichele di Bari è famoso per Sagra della zampina, del bocconcino e del buon vino che si svolge a fine settembre per gustare questa salsiccia caratteristica del posto con del buon vino. Nella prima decade di ottobre si tiene la Sagra delle Olive a Sannicandro di Bari per celebrare l’oliva Termite.

Sempre ad ottobre, di nuovo ad Acquaviva delle Fonti, si tiene la Sagra del Calzone, istituita dal 1971, in cui si gusta il calzone, un impasto steso con il matterello e condito con cipolla, ricotta forte e pecorino. L’evento è allietato da concerti e tribute band. A novembre Triggiano ospita la Sagra du’ Minghiaridd dedicata ai cavatelli fatti a mano. Il vino è il protagonista di Bacco nelle gnostre, un evento enogastronomico e di musica che si tiene a Noci a novembre.

Le festività natalizie sono segnate da diversi eventi come la Sagra del Cioccolato a Monopoli, la Sagra della Pettola a Rutigliano e la Sagra dei Panzerotti a Terlizzi.

Le sagre della Daunia e del Tavoliere

In estate nel Tavoliere e nella Daunia molte sono le sagra in cui fanno da protagonisti la pasta fresca fatta a mano, la carne e prodotti della terra locali.

Ad Orsara di Puglia il 14 giugno si tiene la Sagra dell’asparago verde, un ortaggio così gustoso da essere definito “il cibo del Re”. Per la carne, da non perdere è la Sagra del Torcinello sanpaolese, evento che si tiene ad agosto a San Paolo Civitate per gustare questo prodotto locale realizzato con budello e animelle di agnello cotto alla brace oppure a Monteleone di Puglia il 6 agosto la Sagra della Porchetta e del Maiale nero; protagonista il prosciutto alle sagre di Faeto e di Motta Montecorvino. Per gli amanti della pasta, sempre ad agosto, a Deliceto e a Candela, la Sagra dell’Orecchietta e a Celle San Vito, la Sagra dei Cicatelli. Oppure, il 13 agosto, a Monteleone di Puglia, la Sagra del Caciocavallo, dei Cicatelli e dell’Acc’ e, sempre in questo giorno,  a Castelluccio Valmaggiore c’è la Sagra della Pasta fatta a mano.

Tripudio del tartufo alla Sagra del Tartufo a Roseto Valfortore che si tiene il 14 agosto; il carciofo è il protagonista di una sagra che si tiene ad Ordona ad ottobre e, infine, ad aprile, la Sagra della Fava e Pecorino a Cerignola.

Un tempo il Salento era terra di conquista. Oggi è una delle mete più desiderate per l’estate e non c’è turista che non ci lasci un pezzo del proprio cuore. D’altra parte, basta vedere il suo mare per innamorarsene. Il Salento è un posto magico, eclettico e, talvolta, surreale che riesce ad incantare e stregare con le sue coste, i suoi paesaggi mozzafiato, la sua storia e la cultura tipica del Tacco d’Italia. Il calore e l’ospitalità dei luoghi e della gente trasformano il soggiorno in un’esperienza indimenticabile. In questo articolo vi elencheremo i 7 posti imperdibili che non possono mancare durante le vostre vacanze in Puglia!

1. Ostuni, la “Città bianca”

Ostuni
Ostuni ©ladiras via Canva

La magia di Ostuni, detta la “Città Bianca”, è proprio legata alla caratteristica colorazione con pittura a calce del borgo antico, una pratica tuttora rispettata dai residenti.

Da visitare, nel cuore del borgo antico, la Cattedrale in stile romanico-gotico, l’ex Monastero carmelitano sede del Museo delle civiltà preclassiche della Murgia Meridionale, la chiesa di San Francesco, la Concattedrale e soprattutto il borgo antico. Mentre fuori dal paese meritano attenzione le antiche masserie: tra le altre, Santa Caterina con l’alta torre ottagonale, alla masseria fortificata “Lo Spagnulo” e masseria Cappuccini con i suoi trulli.

Passeggiate, laboratori e degustazioni presso le numerose masserie didattiche, ovvero aziende agrituristiche distribuite in tutto il territorio che propongono, per le scuole, ma non solo, esperienze dirette di osservazione e studio, e poi manipolazioni, raccolta frutti, partecipazione alle varie fasi di trasformazione dei prodotti agricoli, creazione di piccoli oggetti in giunco e degustazione di prodotti tipici.

Infine, la visita alle Grotte di Castellana è d’obbligo, aperte tutto l’anno e si effettua con l’ausilio di guide turistiche esperte.

2. Valle d’Itria

Locorotondo
Locorotondo ©diegofiore via Canva

Sarà per il bianco delle costruzioni o per la vegetazione che li incornicia, ma ogni paese, ogni borgo della valle, è avvolto da un’atmosfera magica, quasi fiabesca. Valle d’Itria chiamata anche «Valle dei Trulli», è una valle estesa punteggiato dalle famose case a forma cilindrica.
Nel cuore della Valle d’Itria, tappa d’obbligo è Alberobello con i suoi trulli, località inserita dall’UNESCO nella World Heritage List ed è considerata un luogo unico e incantevole e, nonostante possa risultare un po’ troppo turistica, sicuramente merita una visita. La maggior parte dei trulli qui sono stati trasformati in negozi di souvenir, caffè, ristoranti, ma alcuni (nelle zone meno affollate della città) sono ancora abitati. Impossibile non rimanere affascinati da una passeggiata per le vie dei rioni Monti e Aja Piccola. Inoltre, qui fra i trulli, vanno in scena sia il Presepe Vivente, nel mese di dicembre, sia la Passione vivente, nel periodo pasquale.

Nella valle non c’è solo Alberobello. Le sue campagne sono disseminate di queste costruzioni tipiche: basti pensare a Cisternino, che sorge nella cosiddetta Murgia dei trulli, annoverato, assieme alla vicina Locorotondo, tra i borghi più belli d’Italia. Quest’ultimo, detto fino a metà ottocento “Luogorotondo” per la caratteristica forma rotonda dell’abitato, fa parte de “La Terra dei Trulli”.

3. La Riserva Naturale di Torre Guaceto

La Riserva naturale di Torre Guaceto è un’area protetta che si trova nel territorio di Carovigno, sul litorale Adriatico, spiaggia premiata con le 3 Vele di Legambiente. Questo tratto di costa è lungo 6 chilometri e offre un paesaggio mediterraneo incontaminato, con il mare e le dune, la macchia mediterranea e le paludi, di particolare importanza, oltre che di bellezza. All’interno vi si trovano habitat e paesaggi come una riserva marina con fondali rocciosi e sabbiosi, una zona umida popolata da anfibi e uccelli, alte dune di sabbia e lunghe spiagge accessibili dove poter fare il bagno in un contesto unico. Durante tutto l’anno, la riserva offre numerose attività sportive come il trekking, il ciclo trekking, snorkeling e il seawatching e svariate iniziative didattiche di educazione ambientale. Simbolo dell’area è la possente torre aragonese che da secoli scruta il meraviglioso mare su cui si affaccia.

4. Specchia

Specchia è stato il primo dei borghi del Salento a conquistarsi il titolo di borgo tra i più belli d’Italia. Il paese si trova nell’entroterra salentino, alle spalle di Leuca, fra Ugento e Tricase. Sorge su una modesta altura, a giustificare forse il suo nome: le “specchie”, infatti, erano dei cumuli di pietre che i Messapi creavano come torrette d’avvistamento. Il centro del paesino è godibilissimo, con le auto bandite da tempo e la possibilità di camminare nel centro storico indugiando alla scoperta delle sue bellezze. Tipicamente medievale, con motivi e decori catalani e barocchi, Specchia è il paese dove la vita scorre lenta.

La parte più suggestiva del centro è quella alle spalle del cinquecentesco Palazzo Risolo, fra l’intreccio di vicoletti, corti e brevi scalinate. Spiccano con tutta la sua imponenza su piazza del Popolo, il palazzo Ripa, i frantoi ipogei, il convento dei Francescani Neri risalente tra il XV e il XVI secolo e la chiesa di Santa Caterina. Diverse anche le grotte che si aprono lungo le bellissime e altissime pareti calcaree di questo tratto di costa, che rientra nel territorio del Parco Costa Otranto, Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase.

5. Il parco di Porto Selvaggio

Potete immergervi nello straordinario ambiente del Parco regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, inserito dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) fra i 100 luoghi da salvare, un tesoro verde in riva al blu della costa ionica del Salento, a nord di Gallipoli.

Il Parco di Porto selvaggio è ideale per lunghe passeggiate profumate di pini, timo, mirto e macchia mediterranea. Il suo litorale è una serie sinuosa di insenature e antri naturali, come la Grotta delle Corvine, una delle più suggestive grotte sommerse del Salento. Lungo i sentieri tracciati dall’ente gestore, si incontrano aree sosta pic nic, prima di giungere nella baia, dove si apre una piccola spiaggia di ciottoli. Sono due le baie principali del parco: baia di Porto Selvaggio e baia di Uluzzo. Per raggiungere le calette, bisogna raggiungere Villa Tartufo, a circa 1 km da Santa Caterina, nei pressi della quale si trova uno degli ingressi al parco. Si dovrà poi percorrere un sentiero nel mezzo della pineta, per circa venti minuti, che vi porterà direttamente alla baia di Porto Selvaggio.

Non aspettatavi di trovare una grande spiaggia di sabbia fine: quello che vi accoglierà è una piccola caletta con sassolini e una parte di scogliera. Sulla sinistra troverete la Torre dell’Alto mentre sulla destra partono numerosi percorsi per esplorare il parco.

6. Gallipoli

Gallipoli
Gallipoli ©Ladiras via Canva

Città Bella” è il significato del nome di Gallipoli, città di mare adagiata come un miraggio sulla costa ionica, a circa 40 km da Lecce.

Il borgo antico, arroccato su un’isola di origine calcarea, è collegato alla terraferma e alla città nuova da un ponte ad archi del Novecento, di recente affiancato da un altro ponte verso il porto. Le mura, i bastioni e le torri, che un tempo proteggevano la città dagli invasori, oggi la riparano dalle mareggiate donandole un fascino d’altri tempi.
La città vecchia sembra annunciarsi con la Fontana greca, monumento in realtà di origine rinascimentale, mentre alle sue spalle, si affacciano sul mare, il Santuario di Santa Maria del Canneto e la Cappella di Santa Cristina, protettrice della città.

Da vedere, inoltre, la Basilica di Sant’Agata e gli eleganti palazzi della nobiltà salentina. Di fronte a Gallipoli, a circa un miglio dalla costa, l’isola di Sant’Andrea. Le spiagge più belle sono nei dintorni di Porto Selvaggio, Lido Pizzo e Baia Verde. In estate Gallipoli è molto frequentata soprattutto dai giovani, in quanto offre una vita notturna molto intensa e tantissimi luoghi dove trascorrere una serata in allegria.

7. Porto Cesareo

porto cesareo
Spiagge di Porto Cesareo ©www.portocesareoesalento.com

Tra i posti da visitare nel Salento, a 28 km da Lecce adagiata sulla costa ionica, ci sono sicuramente Porto Cesareo con le dune di Punta Prosciutto e la spiaggia di Torre Lapillo.

Porto Cesareo è un’importante località turistica, nel cuore della Terra d’Arneo, famosa per le spiagge dorate e il mare incantevole e facilmente fruibile.
Il piccolo borgo segue i ritmi e le stagioni del mare e si raccoglie intorno al grazioso porticciolo, con il mercato del pesce e la caratteristica distesa di imbarcazioni colorate. Porto Cesareo comprende l’Area Marina Protetta e la Riserva Naturale Orientata Regionale “Palude del Conte e Duna Costiera”, tra le più grandi d’Italia. Vale la pena percorrere i sentieri che attraversano l’area per un tuffo nella natura incontaminata e una visita alla Stazione di Biologia Marina e al Museo Talassografico.

Nel territorio, spiccano le suggestive torri d’avvistamento, conservate in ottimo stato, tra cui Torre Cesarea, Torre Chianca e Torre Lapillo, antiche sentinelle di pietra costruite con lo scopo di prevenire gli attacchi dei saraceni, oggi guardiane del litorale.

Vi suggeriamo di restare in spiaggia sino al tramonto, per godere dello spettacolo e dei colori del sole estivo, che cala nelle placide acque dello Jonio.

Chi vive in Salento è già molto fortunato perché ha dei bellissimi posti a “portata di mano” in cui fare delle escursioni, delle gite al mare, esplorare i centri storici oppure divertirsi durante la movida estiva. Non manca però chi voglia visitare anche le bellezze fuori dalla terra salentina, partendo da quelle più vicine come le città, i paesi e i borghi della Valle d’Itria. Per farlo, in molti decidono di noleggiare un’auto oppure, soprattutto per le scampagnate in gruppi di amici o con la famiglia, di prenotare un transfer, un minibus adatto alle gite fuori porta in più persone.

La Valle d’Itria

Trulli di Alberobello
Trulli di Alberobello ©nicholasmoulds via Canva

La Valle d’Itria, detta anche “terra dei trulli”, è un territorio che racchiude diversi comuni della provincia di Bari, Brindisi e Taranto.

  • Alberobello, città patrimonio dell’Unesco, famosa per le caratteristiche costruzioni coniche di colore bianco, i trulli, meravigliosa per passeggiarvi nelle stradine di rioni Monti e Aja Piccola, ricche di negozi di souvenir e ristoranti in cui mangiare dell’ottimo cibo locale.
  • Locorotondo e il suo centro storico in cui è possibile ammirare le tradizionali case con tetti aguzzi e le stradine abbellite di fiori, bellissime anche da fotografare.
  • Putignano, città famosa per il suo Carnevale ma non solo: per tutti gli amanti delle escursioni nella natura è il luogo ideale per scoprire bellezze misteriose come la Grotta di San Michele e la Grotta del Trullo, a forma di campana.
  • Ma sicuramente imperdibili sono le grotte di Castellana del comune di Castellana Grotte, aperte tutto l’anno, di cui le più famose sono la Grave, l’unica collegata con l’esterno e la Grotta Bianca.
  • Noci sorge a poca distanza da Alberobello e Castellana Grotte e anche qui sarà piacevole immergersi in una serie di piccole vie che pullulano di arte e architettura come la Chiesa Matrice, costruita nei primi anni del ‘300, oppure ammirare le “gnostre”, i tipici cortili aperti che si affacciano sulle strade del centro storico.
  • Passando dal comune di Bari a quello di Brindisi, immancabile è una visita alla città bianca, Ostuni, definita così per via delle tipiche costruzioni realizzate in calce bianca del suo centro storico.
  • A poca distanza, Carovigno, affascinante paesino dallo splendido centro storico, ricco di arte, storia e natura: le quattro torri, le chiese o la vicina riserva naturale di Torre Guaceto.
  • Sempre in provincia di Brindisi, per le proprie gite fuori porta, si possono visitare gli altri paesi della Valle d’Itria, Ceglie Messapica, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni, Villa Castelli, Cisternino e Fasano.
  • Chiude i paesi della Valla d’Itria, Martina Franca, in provincia di Taranto, famosa per la sua architettura Barocca che caratterizza l’alta facciata di Palazzo Ducale oppure l’arte che contraddistingue le chiese di Sant’Antonio e di San Martino; da assaggiare qui è il famoso capocollo.

Le mete da visitare in autunno e in inverno

Castel del Monte
Castel del Monte ©lev1977 via Canva
  • Fra le mete autunnali e invernali, ci sono tantissime località tutte da scoprire al di fuori del Salento in cui potersi soffermare per una sola giornata o anche per qualche giorno. Rimanendo in Puglia, ad Andria si trova Castel del Monte, costruzione di forma ottagonale fatta realizzare da Federico II di Svevia intorno al 1240 in una posizione, a 540 metri sul livello del mare, che oggi sembra isolata ma che a quell’epoca era strategica, non lontana dalla strada che collegava Andria e il Garagnone. Il castello si erge in un punto in cui il sole batte a tutte le ore del giorno: nel Medioevo il sole aveva un significato particolare tanto più che Federico II era appassionato di astronomia e spesso paragonato proprio a questa stella.
  • Sul Gargano, in provincia di Foggia, simbolo della cristianità e meta di numerosi turisti e pellegrini ogni anno, è il Santuario di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo. Fu proprio Padre Pio a volere la costruzione di un santuario vicino all’antica Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Questo venne inaugurato nel 1959 e nella sua cripta ospitava anche la tomba del Santo che è stata poi spostata nel vicino nuovo santuario inaugurato nel 2004 e progettato dall’architetto Renzo Piano: una grandiosa ed imponente struttura di 6000 metri quadri, seconda per estensione solo al Duomo di Milano.
Matera
Matera ©blueajayphoto via Canva
  • Matera, in Basilicata, splendida da visitare specialmente nel periodo natalizio, famosa per i Sassi ovvero le tipiche costruzioni realizzate a partire dalle grotte naturali presenti nel territorio a cui si sono aggiunte, nel tempo, quelle scavate dall’uomo che qui si è insediato a partire dal Paleolitico e che nel corso dei secoli, soprattutto nel Medioevo, ha costruito edifici più grandi come la Cattedrale di Matera o altre chiese. Anche il centro storico merita più di una visita per via dei suoi edifici e palazzi (come il Palazzo dell’Annunziata) oppure per le sue grandi piazze.
  • In Calabria, invece, fra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro, c’è il Parco Nazionale della Sila, dove sono tante le attività che si possono svolgere durante la stagione autunnale anche con i propri bambini: raccogliere castagne e funghi, noleggiare biciclette o seguire percorsi a cavallo o, ancora, fare passeggiate immersi nella natura. Presso i laghi Ampollino, Cecita e Arvo, i più sportivi potranno praticare canottaggio oppure pesca sportiva soprattutto di trote e carpe. La Sila è molto frequentata anche in inverno per gli sport invernali come nelle località di Lorica, Camigliatello e Ciricilla, scelte per le attrezzature e gli impianti sciistici oppure Villaggio Palumbo per le piste da bob.

Le mete da visitare in primavera e in estate

Vieste
Vieste ©pilat666 via Canva
  • Quando inizia la bella stagione non c’è niente di meglio che trascorrere una divertente giornata con i propri bambini allo zoo ed è possibile visitarne uno nella vicina Fasano, lo Zoosafari in cui si possono ammirare animali della Savana come leoni, tigri, giraffe, elefanti, zebre, cammelli, dromedari e tantissimi altri; fare passeggiate fra scimmie, gorilla, scimpanzé e babbuini;  fotografare animali acquatici come ippopotami, foche e orsi polari; scoprire i rettili o ammirare gli spettacoli con i leoni marini e le otarie. In prossimità dello zoo c’è anche il Parco Divertimenti Fasanolandia con tante attrazioni e giostre per il divertimento di grandi e piccini.
  • Per rilassarsi in estate in riva al mare, godendo di spaziose spiagge sabbiose e stupende acque cristalline, rimanendo in Puglia, nel Gargano c’è la bellissima cittadina di Vieste, famosa sia per tutte le bellezza naturali e paesaggistiche (come ad esempio le Grotte Marine e il Pizzomunno) ma anche per il suo centro storico, tranquillo per delle passeggiate fra negozi di souvenir e ristoranti ma anche per la movida sempre più attiva e che attrae tanti giovani, soprattutto in estate, fra eventi, feste sulla spiaggia e concerti. Dal porto di Vieste è possibile prenotare un posto sul traghetto che collega ogni giorno la città con le Isole Tremiti, un arcipelago del Mar Adriatico costituito da cinque isole (San Domino, San Nicola, Capraia, Cretaccio e Pianosa) bellissime da visitare anche con un piccolo gommone oppure con i tour organizzati delle grotte che permettono di ammirare le bellezze dei fondali e luoghi inaccessibili semplicemente a nuoto.
  • Un’altra località di mare, questa volta affacciata sul Mar Tirreno, è Tropea, in Calabria in provincia di Vibo Valentia. L’affascinante paese della Costa degli Dei lascerà ammaliati non solo per la bellezza delle sue spiagge e delle sue acque limpide ma anche per le tante testimonianze culturali ed artistiche presenti nella parte antica della città come la Chiesa di Santa Maria dell’Isola (detta anche Isola Bella) da cui è possibile ammirare tutta la costa e addirittura scorgere lo Stromboli e Vulcano oppure l’Etna in Sicilia.
  • Per chi è a caccia di una vacanza da sogno, in primavera o in estate, spostandosi dal Salento anche per più giorni, la Campania accontenterà queste esigenze con la Costiera Sorrentina con le bellezze di Sorrento, Massa Lubrense, Vico Equense e Sant’Agata sui due Golfi, bellissimi paesi dagli scenari mozzafiato dove la vegetazione e il mare si combinano con gli odori di agrumi e fiori. Qui, sin dalla primavera, sarà un’esperienza indimenticabile ammirare gli scenari mozzafiato che la natura ha creato e le bellezze storiche ed artistiche presenti in ognuno di questi paesini, il tutto accompagnato dalle pietanze tipiche della cucina del territorio.
Costiera Amalfitana
Costiera Amalfitana ©ezupix via Canva
  • Sempre in Campania, per una vacanza di fascino, si può optare per la Costiera Amalfitana che si estende fra il Golfo di Napoli e quello di Salerno per 14 comuni fra cui la bellissima Amalfi, il cui centro storico è sovrastato dal Duomo di Sant’Andrea e ancora, borghi come Atrani, stretta fra rocce imponenti a picco sul mare, è il più piccolo paese di Italia ma possiede una piccola spiaggia da cui è possibile guardare la sera migliaia di stelle. Conca dei Marini dove è nato nel ‘700 il famoso dolce campano “la sfogliatella”. Furore, anche definito il paese dipinto, famoso per il suo fiordo da cui ogni anno si tuffano migliaia di persone, incuranti del pericolo, per provare il brivido di un tuffo da circa 30 metri in uno scenario davvero mozzafiato. I centri marinari o borghi di pescatori di Maiori, Minori, Praiano e Cetara. Positano, caratteristica per le sue case bianche addossate sul mare, incorniciate da piantagioni di agrumi ed infine Vietri sul Mare, l’ultimo paese della costiera, quello più a Sud, famoso per i suoi ceramisti.

Fra le tante meraviglie che la città di Lecce ospita, non si può dimenticare il Castello Carlo V, che sorge a poca distanza dalla famosa piazza Sant’Oronzo, un posto d’obbligo da visitare per chiunque si trovi nella splendida città barocca.

Il castello, il più grande di tutta la Puglia, è un’imponente struttura di età normanna che nei secoli ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni.

Sul castello si tramandano delle leggende e delle storie che, oltre a renderlo un posto di fascino da visitare, lo avvolgono nel mistero.

Castello Carlo V, Lecce
Castello Carlo V, Lecce ©www.masserialuciagiovanni.it

La storia del Castello Carlo V

Il castello deve il suo nome al sovrano spagnolo Carlo V che nel ‘500 lo fece ristrutturare: difatti la sua costruzione risale al XII secolo d.C. La ristrutturazione cominciò precisamente nel 1537 e terminò nel 1553. È proprio grazie all’opera di ristrutturazione compiuta sotto Carlo V che il castello divenne una fortezza contro gli attacchi nemici, poiché venne arricchito di nuove opere difensive.

Ovviamente rispetto all’assetto medievale, di cui conserva la pianta trapezoidale, la Torre Mozza e la Torre Magistra, il castello venne ingrandito con nuovi ambienti e circondato da una cortina muraria che si ricollegava a quattro bastioni: della Santa Trinità, della Santa Croce, di San Martino e di San Giacomo.

Le leggende sul Castello Carlo V

Come anticipato, il Castello Carlo V è avvolto dal mistero per via delle tante leggende che si tramandano su questo posto. Una di queste vuole che nei sotterranei della fortezza abitino i fantasmi di Maria d’Enghien e Giangiacomo dell’Acaya. Quest’ultimo fu l’ingegnere deputato al progetto di fare del castello una fortezza contro gli attacchi dei nemici. Purtroppo si racconta che Giangiacomo finì i suoi giorni proprio nelle celle dei sotterranei del castello, dopo aver fatto da garante ad un uomo che non onorò i suoi debiti. Da quel posto, da lui progettato e costruito, non vide mai più la luce del sole.

Riguardo a Maria d’Enghien, Regina di Napoli, Principessa di Taranto e Contessa di Lecce, Soleto e Galatina, si racconta che il suo spirito torni spesso al castello in cui abitò in vita.

Ancora, c’è chi confessa di aver udito il pianto di un bambino provenire dal Castello Carlo V: probabilmente si tratta del figlio di un soldato che morì cadendo in un pozzo e che venne da qui portato via dalla corrente del fiume Idume (un corso d’acqua che scorre sotto la città di Lecce).

Tutte queste leggende non fanno altro che rendere il Castello Carlo V un posto ancora più affascinante.

Informazioni utili

Il Castello Carlo V ospita al suo interno, oltre a diverse mostre e spettacoli, anche il Museo della cartapesta, massima espressione dell’artigianato artistico locale. Si tratta di una collezione di circa 80 opere realizzate dai più importanti cartapestai viventi dal XVIII secolo fino ad oggi.

Inoltre, grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto e le associazioni culturali “34° fuso” e “The Monuments People”, i visitatori possono fare dei tour guidati e multimediali alla scoperta dei posti nascosti del castello (come le segrete o le celle) grazie al progetto “Attraverso il Castello”.

Solitamente l’apertura del castello segue questi orari in inverno:

  • dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 21
  • Sabato, Domenica e Festivi dalle 9.30 alle 21

In estate, da Giugno a Settembre:

  • dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 21
  • Sabato, Domenica e Festivi dalle 9.30 alle 21

Mentre nei mesi di Luglio e Agosto:

  • dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 23
  • Sabato, Domenica e Festivi dalle 9.30 alle 23

Tuttavia, data l’emergenza sanitaria legata all’epidemia di Coronavirus, l’apertura al pubblico è soggetta a delle restrizioni al fine di evitare rischiosi assembramenti.

Con la promozione della Puglia in zona gialla, il castello ha riaperto i battenti, quindi è attualmente possibile la visita.

Il costo del biglietto di ingresso è di 5 euro (2 euro per i bambini). L’accesso è gratuito per i disabili e i loro accompagnatori.

Pasqua si avvicina e uno dei dolci più famosi e colorati della tradizione pasquale pugliese sono le scarcelle. Si possono acquistare presso i forni o le pasticcerie di moltissime città pugliesi oppure preparare a casa con ingredienti poveri, dato che questo era un dolce realizzato nelle famiglie di medio e basso ceto sociale, utilizzando uova, farina, latte e olio. La particolarità delle scarcelle pugliesi è che può essere data loro la forma che più si preferisce (coniglietti, colombe e quant’altro) e quindi è piacevole prepararle anche in compagnia dei propri bambini.

In alternativa, per gli amanti della tradizione “pura”, la forma classica è quella a ciambella o cestino che “accoglie” le uova sode (altro simbolo per eccellenza della Pasqua). Il sapore non cambia, saranno comunque sempre buonissime e arricchiranno il proprio menu di Pasqua con un tocco di colore e dolcezza.

Scarcelle Pugliesi
Scarcelle Pugliesi ©fattoincasadaBenedetta

La ricetta delle scarcelle pugliesi

Ingredienti per 8 scarcelle pugliesi:

  • 1 kg di farina 00
  • 300 g di zucchero
  • 2 uova
  • 200 g di latte intero
  • 200 g di olio extravergine d’oliva
  • un lievito per dolci (16 g)
  • scorza di 2 limoni

Per la glassa:

  • 100 g di albumi
  • 400 di zucchero a velo
  • succo di limone

Per decorare:

  • 8 uova sode
  • zuccherini colorati

Procedimento

  1. Su una spianatoia versare la farina, il lievito per dolci e lo zucchero semolato e creare una fontana.
  2. Aggiungere la scorza grattugiata di limone, le uova leggermente sbattute e impastare con le mani, versando l’olio a filo e il latte fino a creare un composto omogeneo a cui dare la forma di una palla.
  3. Lasciar riposare l’impasto per circa 30 minuti ricoperto da un canovaccio da cucina.
  4. Intanto che l’impasto riposa, si possono mettere a bollire le uova in modo da renderle sode, quindi, quando pronte, farle raffreddare.
  5. Riprendere l’impasto dopo mezz’ora e dividerlo in circa 24 porzioni a cui dare la forma di un filone lungo circa 30 centimetri.
  6. Creare una “treccia” di pasta unendo insieme 3 filoni di impasto, quindi unire le due estremità dando la tipica forma a ciambella, fino ad ottenere 8 scarcelle.
  7. Adagiare le scarcelle su una teglia ricoperta da carta da forno e sistemare l’uovo sodo al centro.
  8. Cuocere in forno statico preriscaldato a 180° per 50-55 minuti (o ventilato a 160° per 40-45 minuti).
  9. Lasciar raffreddare e intanto preparare la glassa con gli albumi montati a neve e il succo di limone.
  10. Una volta ottenuto un composto spumoso, aggiungere poco alla volta lo zucchero a velo.
  11. Quando la glassa assume una consistenza cremosa, decorare le scarcelle e ricoprire con zuccherini colorati o con le decorazioni alimentari che si preferiscono (ad esempio si possono aggiungere degli ovetti colorati o degli smarties o decorare con dei pupazzetti come dei pulcini o coniglietti).

Le scarcelle così preparate, si possono conservare per 2 o 3 giorni sotto una campana di vetro.

I mustazzuoli o mostaccioli sono dei tipici dolcetti pugliesi di colore bruno del periodo natalizio. La loro origine è molto antica e la ricetta si tramanda di generazione in generazione. Sebbene l’originale sia preparato a partire dal vincotto, un mosto d’uva che si può preparare anche con i fichi secchi, nel tempo si sono diffuse diverse varianti di questo gustoso dolce biscotto che può essere preparato anche in casa, da gustare durante le vacanze natalizie con tutti i propri cari, accompagnato da un caffè, da una tisana, da una cioccolata calda o da un amaro.

Mostaccioli pugliesi
Mostaccioli ©SaraTM via Canva

La ricetta

Difficoltà: bassa

Quantità: 30 mustazzuoli

Ingredienti:

  • 1 kg di farina 00
  • 500 g di mandorle tostate
  • 100 g di olio extra vergine d’oliva
  • 10 g di ammoniaca per dolci
  • 1 l di vincotto di uva o di fichi
  • 200 g di zucchero
  • 50 g di cacao amaro in polvere
  • scorze di limone q.b.

Procedimento:

  1. Tritare le mandorle grossolanamente.
  2. Riscaldare 200 ml di vincotto a cui aggiungere l’ammoniaca.
  3. In una ciotola ampia passare la farina e il cacao con un setaccio, quindi aggiungere l’olio, lo zucchero, la buccia di limone grattugiata, la miscela di vincotto e ammoniaca preparata precedentemente e il restante vincotto.
  4. Impastare tutti gli ingredienti su una spianatoia fino ad ottenere un composto omogeneo a cui dare la forma di un grande cilindro.
  5. Tagliare l’impasto della lunghezza di 5-6 centimetri per dare una forma a rombo ai mustazzuoli.
  6. Cuocere i mustazzuoli per 15 minuti in forno preriscaldato a 200°.
  7. Una volta raffreddati, i mustazzuoli possono essere gustati o conservati in un contenitore di latta o ermetico.

Se si gradisce, nell’impasto dei mustazzuoli può essere aggiunta la cannella o dei chiodi di garofano per renderli ancora più profumati e speziati.

Varianti dei mustazzuoli

Spesso i mustazzuoli vengono ricoperti di una golosa glassa di cioccolato che si può preparare molto facilmente con:

  • 200 g di zucchero
  • 100 g di cioccolato fondente
  • 100 ml di acqua.

Sarà sufficiente far sciogliere il cioccolato in una casseruola con dell’acqua, quindi aggiungere lo zucchero e portare ad ebollizione mescolando con un mestolo. Lasciar raffreddare la glassa in modo da poterla poi spennellare sopra i mustazzuoli.

Curiosità sui mustazzuoli

Dei mustazzuoli esistono diverse varianti regionali: oltre alla Puglia, questi dolci sono tipici anche della Calabria (‘Nzuddha), della Sardegna (Mustazzoleddus), della Sicilia (Mustazzoli), della Campania (Mustaccioli), del Lazio, dell’Abruzzo e della Lombardia.

Il loro nome deriva dalla parola latina “mustum cioè “mosto” proprio perché le prime testimonianze di questi dolci risalgono all’epoca romana, dove era tipico offrirli agli ospiti prima della partenza.

Anche nel “De Agricoltura” di Catone si parla dei “mustacei” e dettagliatamente della loro preparazione.